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Il toponimo Giffoni è condiviso in Campania da due territori limitrofi: Giffoni Valle Piana e Giffoni Sei Casali.
Il primo, che abbraccia diverse borgate: Mercato (sede comunale), Chieve, Curti, Curticelle, S. Giovanni, Santa Caterina e Sovieco, ha un’estensione di4.341 ettari; il secondo, che dista da Salerno circa20 kme che comprende i casali di Capitignano, Capocasale, Malche, Prepezzano, Sieti Alta, e Sieti Bassa, ha una superficie di3.400 ettaried accoglie all’incirca 5308 abitanti. Ambedue sono situati in una fertile pianura preappenninica che, irrigata dai vari corsi d’acqua, produce oggi soprattutto vino, frutta, olio, cereali, legname, nocciole (la tonda di Giffoni) e castagne. Incerta è l’etimologia di questo toponimo. Alcuni storici del XVII, come G.C. Gloriosi e B. Garofalo, lo fecero derivare dal greco «terra di strage, micidiale», a indicare il valore militare dei suoi abitanti, ricordato pure da alcune antiche medaglie picentine, riportate appunto dal Garofalo, dove era impresso Marte appoggiato allo scudo argolico. Da un espressione di Silla, che avrebbe definito questa popolazione ribelle e tenace «gente da capestro», dal menzionato G.C. Gloriosi è fatta derivare un’altra etimologia: secondo il dittatore romano, solo dalla forca sarebbe stato finalmente vinto questo popolo fiero e mai domato, nonostante le numerose sconfitte subite ad opera dei Romani. Altri autori, come F.M. Cantelli, Ferdinando Ughelli e M. Salmon, ricavarono il toponimo dal latino Jovis Fanum, oppure, come L. Gaurico, B. Garofalo, e V. Di Caro da Junonis Fanum, cioè Tempio di Giove o di Giunone, con riferimento a un edificio consacrato al padre degli dei o alla sua sposa, che lì sarebbe stato eretto.
C. Clorioso e B. Garofalo hanno pure sciolto Giffoni in «terra di suoni», e chi all’incontrario l’ha ricavato da «Terra senza suono», a designare un luogo adagiato in una silenziosa e ombrosa vallata. Per altri il termine Giffoni deriverebbe dal Grifone che ancora campeggia sul suo stemma comunale. Ma questo uccello originariamente dovette essere piuttosto un picchio, l’uccello sacro a Marte, che, secondo Strabone, era l’animale totemico dei Picentini, dal quale presero il nome per averli guidati vittoriosi nel paese dei Sabini. Qualcuno l’ha fatto derivare pure dal biblico padre di Caleb: Jefunne che sarebbe stato il suo mitico fondatore.Per altri la sua fondazione invece sarebbe da ascriversi agli Eoli.
Ma al di là delle classicistiche e dotte elucubrazioni, più o meno filologiche, uscendo dal campo delle congetture e affidandoci ai dati storici meno incerti, le vicende di Giffoni si legano a quelle dei Picentini, giacché l’attuale territorio Giffonese insiste nella zona geografica che fu dell’antica Picentia. Da questa conviene quindi prendere le mosse per i nostri cenni storici.